martedì 24 aprile 2012

Raccolta ed utilizzo di piante medicinali - parte seconda



PREPARAZIONE E CONSERVAZIONE DEL MATERIALE

Le radici devono essere pulite, lavate solo se presentano del terreno argilloso, e rapidamente essiccate. Le foglie vanno liberate dai rami e ai fiori vanno tolti i peduncoli. I semi dopo la battitura vanno cerniti con crivello e ventilazione.

Essiccamento: le parti più delicate e aromatiche vanno essiccate all'ombra in luogo ventilato (generalmente bastano 5-7 giorni). Per accelerare l'essiccamento è possibile sistemarle qualche ora al sole (2-3) e poi riportarle all'ombra. 
Frutti, semi, cortecce, radici e altre parti sotterranee si essiccano invece al sole. Se il tempo è piovoso o molto umido meglio essiccare con calore artificiale (forno). La temperatura non deve superare i 20-30°C per le parti delicate (foglie e fiori), fino a 50-60°C per le parti più coriacee (esempio: genziana radice) e a 80°C per la corteccia di china.
Per i succhi, da usare immediatamente dopo l'estrazione, impiegate le droghe più fresche possibile.
Per le essenze usate piante appena raccolte. Molte sono le tecniche di conservazione e variano a seconda della natura e della destinazione della droga.
Per un corretto uso famigliare è bene conservare le droghe opportunamente essiccate in scatole di latta (come quelle del tè) o in vasi di vetro (come per le conserve) oppure in sacchetti di alluminio o anche di carta (questi ultimi per impieghi a breve scadenza), al riparo dalla luce, dal calore e dall'umidità. Fare piccole provviste, in modo da ricambiare ogni pianta almeno una volta all'anno.


ESTRAZIONE DELLE DROGHE

Il fitocomplesso, secondo la definizione scientifica, è un'entità biochimica complessa che rappresenta l'unità farmacologica integrale delle piante medicinali.

Il fitocomplesso va estratto dalla parte di pianta più ricca di esso e, se è il caso, dalla pianta intera.
Per poter utilizzare i fitocomplessi in terapia, essi vanno estratti con diverse tecniche e con diversi solventi in rapporto alle caratteristiche di solubilità della o delle sostanze che si vogliono estrarre dalla droga.
Tralasciando volutamente le tecniche di estrazione di laboratorio, elencheremo succintamente le più comuni tecniche di estrazione adatte all'uso famigliare.
Esse si avvalgono sostanzialmente di cinque diversi solventi: acqua, alcool, vino, olio, aceto.

Acqua. Con questo comunissimo solvente si preparano i cosiddetti idroliti che sono essenzialmente l'infuso, il decotto e la tisana.
Infuso: si ottiene versando sulla droga, in genere essiccata, acqua a temperatura di ebollizione e lasciando poi macerare per 10-20 minuti a seconda della consistenza della droga. Di solito il rapporto droga/acqua è del 5%: 5 g di droga per 100 g di acqua. Se ne deve fare un uso estemporaneo, perché l'abbondanza di sostanze organiche in soluzione ne fa un substrato ideale per la crescita e la moltiplicazione batterica. Dose: una tazza due-tre volte al giorno.
Decotto: si ottiene bollendo in acqua la droga in genere essiccata per cinque minuti.
Lasciate poi a macero altri dieci-quindici minuti a fuoco spento. Rapporto droga/acqua: dal 2 al 5%. Dose: una tazza una-due volte al giorno.
Tisana: idrolito preparato con più piante medicinali al fine di sfruttarne il sinergismo (somministrate contemporaneamente, l'azione delle droghe si potenzia) e di personalizzare la prescrizione secondo il paziente da curare. Dose: una tazza due-cinque volte al giorno.
È buona norma triturare le droghe con un mortaio immediatamente prima delle operazioni di estrazione. Dopo l'estrazione si filtra e si utilizza la parte liquida.

Alcool. Con questo solvente si preparano i cosiddetti alcooliti, soluzioni medicamentose di fitocomplessi in alcool etilico a diversa gradazione.

La preparazione più semplice anche per un neofita è la tintura madre: mettete a macero la droga (possibilmente freschissima) in alcool etilico a circa 50 gradi (diluite l'alcool puro a 95 gradi con acqua, in parti uguali). Lasciate a macero circa dieci giorni agitando il contenitore una volta al giorno. Il rapporto in peso droga/alcool deve essere di circa il 20%. Se si usano droghe fresche e ricche d'acqua si può arrivare a un rapporto di circa il 50% con alcool a 70-80 gradi. 
Dosi: un cucchiaino da caffè due-tre volte al giorno diluito in acqua, infuso o bevanda (1). (1) Personalmente vado nel campo con vasi di soluzione idroalcoolica e metto a macero la droga appena raccolta (bastano pochi minuti per innescare, dopo la raccolta, processi di degradazione enzimatica e batterica.

Tabella 1 - Misure approssimative in peso delle droghe secche e triturate
Un pizzico o presa con tre dita
1-2 g
Un cucchiaino da caffè
1-2 g
Un cucchiaio da tavola
2-5 g
Una manciata o pugno
25-30 g

VinoAltro simpatico alcoolito è l'enolito, soluzione medicamentosa di fitocomplessi in vino. 
Vino medicinale: si ottiene mettendo a macero la droga, possibilmente fresca, in un buon vino rosso o bianco ad alta gradazione o in marsala; il rapporto droga/vino è molto variabile; un rapporto medio può essere del 20%. Preferite il vino bianco per le persone sanguigne, pletoriche (corpulente) e surriscaldate (sanguigne e calorose). Optate per il vino rosso in caso di anemie, dimagrimenti, stati di demineralizzazione. Il tempo di macerazione è di dieci giorni. Si beve a bicchierini, di solito uno prima di ogni pasto.

Olio. Con questo solvente si ottengono gli oleiti. Il rapporto standard è di 20 g di droga per 100 g di olio di oliva o di semi. Si operano l'infusione, la decozione o la macerazione a seconda della pianta da trattare e del prodotto da ottenere. Questa è la più usata tecnica di estrazione per un olio medicato: unite la droga ben contusa all'olio nella proporzione prevista, quindi fate bollire a bagnomaria a fuoco lento per una-due ore a seconda della consistenza della droga (fiori, foglie, radici, cortecce); tenete in infusione per circa un'ora e filtrate. Gli oleiti sono solo per «uso esterno».

Aceto. Gli acetoliti si ottengono per macerazione della droga in aceto bianco o rosso. 
Aceto aromatico: il rapporto droga/ solvente è uguale a quello delle tinture alcooliche: 20% (1:5). Il tempo di macerazione varia da cinque a dieci giorni a seconda della consistenza della droga.
Altre preparazioni di pertinenza farmaceutica e di uso comune sono, fra gli alcooliti, gli estratti: fluido, molle e secco;
  • i gliceroliti, o macerazioni di piante in glicerina;
  • le sospensioni integrali di pianta fresca, ottenute con il congelamento a bassissime temperature delle droghe fresche e successiva triturazione e conservazione in alcool; in questo modo è possibile assumere il fitocomplesso corredato anche della parte corpuscolata della pianta;
  • gli oli essenziali: sono sostanze grasse volatili di natura complessa presenti soprattutto nelle piante aromatiche. Essi attualmente vengono estratti con particolari tecniche di laboratorio. Si somministrano a gocce (tre-quattro, due-tre volte al giorno) dopo diluizione in olio, alcool o altri solventi adatti, oppure miscelati a un cucchiaio di miele che poi va diluito in acqua.

ALTRE VIE DI SOMMINISTRAZIONE



Oltre che per bocca gli idroliti (infusi e decotti) possono essere somministrati anche per via transcutanea con impacchi locali fatti con un panno imbevuto del liquido, oppure con bagni alle mani e ai piedi. Questo vale soprattutto per le piante ricche di oli essenziali (in genere quelle molto profumate), in quanto si è visto che tali oli passano molto facilmente attraverso i tessuti del nostro corpo.

Tabella 2 - Misure approssimative in peso per le droghe in liquidi
Un cucchiaino da caffè di acqua
5 g
Un cucchiaino da caffè di tintura alcoolica
3 g
Un cucchiaino da caffè di olio
3 g
Un cucchiaio da minestra
10 g
Un cucchiaio da minestra di tintura alcoolica
9 g
Un cucchiaio da minestra di olio
9 g
Un bicchiere comune
120 g
Un bicchiere da liquore
30 g
Una tazza da caffè
50 g
Una tazza da tè
100 g

Tabella 3 - Dosi in rapporto all'età
Età
Dose
Uomo adulto (21-50 anni)
1
Dai 14 ai 20 anni
Dai 10 ai 14 anni
½
Dai 2 ai 9 anni
¼
Lattanti
Variabile da 1/15 a ½

Gli impacchi si tengono in loco, di solito in corrispondenza dell'organo da curare, da venti minuti a due ore. I bagni alle mani e ai piedi (da evitare in caso di lesioni della pelle) si effettuano versando l'idrolito in una bacinella di adeguata larghezza in modo che l'altezza del liquido (tiepido) sia di circa 2 centimetri. Vi si immergono mani e/o piedi per 25-30 minuti.
Gli oli essenziali possono essere somministrati per via esterna dopo diluizione in quattro parti di olio di mandorle dolci. Si fanno leggere frizioni sulla pelle in corrispondenza della parte malata o massaggi a tutto il corpo sfruttando la loro grande diffusibilità attraverso i tessuti.
Idroliti e oli essenziali diluiti di piante balsamiche possono essere usati per inalazioni (vaporizzatore o aerosol) in caso di infiammazioni delle vie respiratorie; clisteri, irrigazioni vaginali, toccature delle gengive, instillazioni nasali, eccetera. Le droghe fresche, delicatamente bollite o trattate al vapore, e applicate sulla pelle in corrispondenza di affezioni locali o profonde, sono molto usate e vanno sotto il nome di cataplasmi.

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