martedì 25 gennaio 2011

Anoressia: Isabelle Caro una tragedia che colpisce ancora

I mass-media ci bombardano di messaggi tutti i giorni e spesso questi messaggi hanno connotati negativi, se non disastrosi, soprattutto su quelle menti non preparate ad accoglierli. Peggio ancora quando questi alimentano convinzioni, se non addirittura disturbi mentali conclamati, di giovani e giovanissimi.

Anoressia e bulimia sono tra questi. I disordini alimentari sono malattie "complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica. Possono manifestarsi in persone di diverse età, sesso, provenienza sociale, ma sono solitamente più comuni in giovani donne in età compresa tra i 15 e i 25 anni.

Al centro del disordine alimentare, che si manifesta come malattia complessa, risultante dall’interazione di molteplici fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici, c’è comunque da parte del paziente una ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica, del proprio peso e corpo e una necessità di stabilire un controllo su di esso.  Tra le ragioni che portano allo sviluppo di comportamenti anoressici e bulimici, si evidenziano, oltre a una componente di familiarità (studi transgenerazionali e sui gemelli hanno dimostrato che i disordini alimentari si manifestano con più probabilità tra i parenti di una persona già malata, soprattutto se si tratta della madre), l’influenza negativa da parte di altri componenti familiari e sociali, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa, o al contrario di essere fortemente trascurati dai propri genitori, il sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica o di non poter raggiungere i risultati desiderati per problemi di peso e apparenza."


"Uno dei motivi per cui una ragazza inizia a sottoporsi a una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei suoi eccessi. Secondo molti psichiatri, infatti, l’attuale propensione a prediligere un modello di bellezza femminile che esalta la magrezza ha conseguenze devastanti sui comportamenti alimentari di molte adolescenti. "

"Gli effetti dei disordini alimentari sono molto pesanti, sia sotto il profilo fisico che quello psicologico. Dal punto di vista fisico, gli effetti della malnutrizione comportano ulcere intestinali e danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, danneggiamento di gengive e denti, seri danni cardiaci, al fegato e ai reni, problemi al sistema nervoso, con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, danni al sistema osseo, con accresciuta probabilità di fratture e di osteoporosi, blocco della crescita, emorragie interne, ipotermia e ghiandole ingrossate.
Le  ripercussioni psicologiche, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, sbalzi di umore, tendenza a comportamenti manichei e maniacali, propensione al perfezionismo."

Trascrivo un bell'articolo che ho letto oggi: 
 "Diceva di sè di essere una bambina che non voleva crescere e così aveva intitolato il suo libro-confessione, in cui raccontava di un padre assente e di una madre depressa, che la chiudeva nella stanza coprendola di giocattoli e di attenzioni, per impedirle di diventare grande. Aveva solo 28 anni, Isabelle Caro, quando lo scorso novembre è morta in ospedale, vittima della malattia mentale di cui soffriva dall’età di 13 anni e che l’aveva resa simile ad uno scheletro. 31 chili per 1 metro e 65 erano le sue misure nel 2007, quando aveva posato per i controversi scatti di Oliviero Toscani, testimonial del brand “Nolita” contro i disturbi alimentari. Ma era arrivata anche a livelli peggiori: nel 2006 era andata in coma, pesando meno di 25 chili.
E poco dopo è stata la volta della madre, che si è tolta la vita per i sensi di colpa, secondo il marito. La cosa che mi sconcerta è che il padre di Isabelle attribuisce questi sensi di colpa al fatto che la madre avrebbe consentito il ricovero della ragazza contro la sua volontà, in seguito ad una grave disidratazione. La Caro recentemente aveva annunciato di voler guarire e di aver raggiunto il peso di 42 chili, un grande traguardo per lei. Tuttavia, il tentativo non era riuscito ed era stata inaspettatamente ricoverata presso l’ospedale Bichat. “In ospedale ci avevano detto che le avrebbero fatto della analisi, ma che c’era bisogno di sedarla – ha raccontato Christian Caro, padre della ragazza -, chiunque nelle condizioni di Isabelle non avrebbe dovuto essere sedato, ogni medico dovrebbe saperlo”. E’ così che ha deciso di sporgere denuncia per omicidio doloso nei confronti dei medici.
Non ho in questa sede intenzione di discutere sulla colpevolezza o meno dei medici, ma credo che tutti noi dobbiamo sentirci un po colpevoli. E forse, perdonatemi la crudeltà postuma, se la madre di Isabelle poteva avere dei rimorsi, non dovevano certe essere legati al ricovero. Quello che mi ha sempre colpito, guardando e ascoltando Isabelle parlare di sé e della sua malattia in televisione e sui giornali è: perché una persona nelle sue condizioni è in tv e non in una struttura psichiatrica specializzata a curarsi?
Perché l’abbiamo guardata ostentare la sua scheletrica bruttezza e non ci siamo ribellati? Quale messaggio stava dando alle nuove generazioni? Io credo che in tv sia positivo ascoltare storie di persone che lottano, hanno lottato e che sono uscite da sofferenze terribili, soprattutto per fornire informazioni sui metodi e sulle strutture di cura. Ma che senso ha mostrare senza pietà le immagini di qualcuno che sta morendo giorno per giorno e che non intraprende un percorso di guarigione? Spero che le mie riflessioni siano smentite da qualcuno che mi racconterà di essersi convinto a curarsi dopo aver visto il livello di sofferenza a cui l’anoressia e la malattia mentale in generale può portare una persona. Ma, ahimè, finora non mi è ancora capitato."


É inaccettabile che troppo spesso i modelli imposti da pochi (vedi in primis gli stilisti e il mondo della moda in generale) siano anche solo tollerati dall'opinione pubblica. Il nostro mondo, la società "civile", vivono problemi anche maggiori di quello di cui ci siamo occupati, è pur vero che se non si inizia a pensare ed agire soluzioni, tutti i problemi resteranno tali.
Buona vita a tutti.

fonti: 
http://www.epicentro.iss.it
http://www.psicozoo.it 

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