giovedì 14 luglio 2011

Gelosia

Dove nasce la gelosia?

Potrebbe essere plausibile che all'origine della gelosia ci sia un “fatto” di sopravvivenza e continuità. Il maschio considerando il corpo della femmina come di sua proprietà si assicurava di allevare solo figli suoi, e quindi una discendenza. La femmina, grazie alla gelosia maschile, garantiva a se stessa ed ai propri figli cibo, sicurezza e protezione.

Secondo l'ipotesi Freudiana nasce dal complesso di Edipo che si verifica tra i due anni e mezzo e i sette anni, ed è il rifiuto incosciente e normale del genitore del proprio sesso, dovuto ad una proiezione amorosa nei confronti del genitore di sesso opposto.

Questo nodo cruciale dell’evoluzione infantile ha le sue ripercussioni più o meno marcate in età adulta, dove l’amore esclusivo per il genitore del sesso opposto viene rivissuto ogni volta che si teme di perdere l’amore per la persona da cui si dipende emotivamente. Tutto ciò non va letto nel senso che i vissuti infantili siano la “causa” di vissuti emotivi adulti, ma nel senso che i vissuti infantili costituiscono il “modo” con cui da adulti facciamo esperienza della nostra vita emotiva.




Perciò nella gelosia si manifestano i vissuti di “abbandono” sperimentati nell'infanzia.


Il tradimento, presunto o vero che sia, mina la nostra convinzione di unicità. Essere unici è un desiderio che accomuna, poco o tanto, tutti noi. Quando nella nostra realtà percepita sentiamo di non essere “unici” è possibile che si indebolisca la stima di sé e la conseguente fiducia di essere persone degne di amore.

La gelosia è un tormento che altera la percezione, l’attenzione, la memoria, il pensiero e il comportamento. Dice la psicologa V. D’Urso: la percezione si focalizza nei riguardi di tutto ciò che direttamente o indirettamente attiene la persona amata e i rivali, sempre reali o presunti che siano. Ci si concentra su piccoli eventi normalmente trascurati, come l’orario di una telefonata, un’insolita cura nell’abbigliamento, un impegno improvviso. L'idea di essere traditi trasforma la mente, mettendo in moto un meccanismo “distruttivo” che si autoalimenta

Quando la gelosia è normale? Il sentimento di gelosia può essere considerato naturale e normale quando è consapevole, quando esprime la comprensibile vulnerabilità che ognuno ha, quando ama, all’idea di poter perdere la persona amata. E’ anche naturale si provi gelosia quando l’oggetto d’amore viene realmente perduto a vantaggio di un altro/a. Il sentimento di dolore che accompagna queste situazioni tende ad attenuarsi con il passare del tempo. Il “farsene una ragione”, come si dice nel linguaggio comune, indica la capacità sana di superare la perdita, rispettando la libertà dell’altro/a di andarsene e scegliere un altro oggetto d’amore.


Quando la gelosia diventa pericolosa? Quando è estrema; in questi casi si parla di gelosia delirante. Questa è associata a gravi disturbi della personalità e alla crescente difficoltà di controllare i propri impulsi distruttivi. In questi casi l’individuo può diventare socialmente pericoloso, come la cronaca purtroppo mostra troppo spesso.


La gelosia non è un segno d’amore? Non proprio. A torto la gelosia viene considerata espressione di intensità d’amore; al contrario, è invece espressione della paura dell’uomo, o della donna, di perdere il proprio oggetto d’amore. E quando diventa senso di possesso, l’amore c’entra ben poco.

buona vita

Fonti:
D’Urso V., 1995 – Otello e la mela. Psicologia della gelosia e dell’invidia – La Nuova Italia Scientifica, Roma.
Galimberti U., 2004 – Le cose dell’amore – Feltrinelli.
Graziottin A., 1996 – http://www.alessandragraziottin.it/




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